Lui & Lei
Una infermiera tutta particolare
di boschettomagico
05.02.2017 |
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"-Devo liberarti io dalla tua eccitazione..."
Mi sentivo strano...come se fossi immerso in una nuvola e i miei sensi fossero tutti assopiti.Continuavo a vedere un mostro nero, un viso satanico che mi puntava e cercava di investirmi; io lo cacciavo via ma lui insisteva nella sua opera distruttrice.
Quell' incubo terribile mi perseguitava ma non riuscivo svegliarmi, sentivo che sudavo freddo ma non avevo la possibilità di aprire gli occhi.
Era una esperienza terribile, mi sentivo indifeso...fino a che pian piano sono riuscito ad aprire gli occhi e ho avuto una visione; davanti a me vedevo un volto, era di una donna piuttosto matura che mi guardava sorridendo e mi asciugava con un panno il sudore dalla fronte.
Non era mia madre, non la conoscevo...accidenti ma dov'ero...
Poi pian piano sentivo che riuscivo riprendere il senso della realtà, quel viso di donna mi sussurrava dolcemente
-Su, su svegliati non è nulla di grave...
I contorni del suo viso si schiarivano dalla nebbia, vedevo il faccione della donna matura che si delineavano sempre più...
Ho trovato allora la forza per chiedere
-Dove sono...e tu chi sei?
Con un tono sempre dolce e cordiale la donna mi ha risposto
-Mi chiamo Piera e tu sei all'ospedale, sono l'infermiera di notte del reparto di traumatologia, hai avuto un brutto incidente, ti hanno operato, hai una spalla completamente fracassata e l'altra al momento sotto controllo ma ora è tutto regolare, non allarmarti.
Hai avuto uno scontro con un cinghiale, hai capottato con la macchina e avresti potuto lasciarci anche le penne, credimi sei fortunato ad essere qui, gli agenti mi hanno detto che la macchina era un cartoccio ormai.
-Piera ti prego, ho bisogno di due grossi favori
-Dimmi sono qui per questo
-Dammi da bere, ho una sete pazzesca...
-Aspetta vado a prenderti dell'acqua...
Con passo felpato l'infermiera e uscita e con gli occhi ho squadrato la camera in cui ero, era tutta bianca, alla mia sinistra un finestrone da cui vedevo un cielo stellato, alla mia destra un secondo letto vuoto.
Pensavo all'incidente e ora riuscivo pian piano a ricordare l'accaduto, era buio e andavo a velocità sostenuta quando mi sono visto un animale che mi veniva praticamente incontro, ho frenato ma l'impatto era stato violento, ricordo l'auto che ha capottato e le lamiere che si contorcevano e poi più nulla...ecco il sogno del mostro cos'era, era il cinghiale che mi veniva incontro...
Ho interrotto di delineare i miei ricordi quando Piera è tornata vicino al mio letto con una bottiglietta di acqua, ho cercato di prenderla ma mi sono accorto che avevo le braccia completamente immobilizzate, accidenti mi sentivo una mummia...Piera ha aperto la bottiglietta e ci ha infilato dentro una lunga cannetta di plastica che mi ha messo in bocca, e tenendo la bottiglietta vicino al mio viso mi ha detto
-Bevi pure quanto vuoi ma fallo solo molto lentamente...
Ho obbedito, mi sentivo la gola secca come il deserto, a lenti sorsi ho quasi bevuto tutta la bottiglietta da mezzo litro poi mi sono staccato e le ho detto
-Grazie, ho la bocca impastata come non mi era mai capitato
-E' solo l'effetto dell'anestesia, passerà vedrai...
-Ora mi devi aiutare ad andare in bagno...mi sto pisciando addosso...
-Ragazzo mio, non se ne parla nemmeno...sei tutto fasciato, ti hanno appena ricostruito la spalla,hai tre chiodi dentro, o ti metto il catetere o la fai nel pappagallo...
-Ti prego il catetere no...ma nel pappagallo come faccio farla se sono tutto fasciato?
-E io cosa ci sto a fare qui...?
Di colpo sono arrossito, Piera si è messa a ridere
-Vittorio...ho 53 anni e sono nonna... faccio l'infermiera da 32 anni, quindi o accetti il pappagallo o il catetere.
-Ok...vada per il pappagallo...
Piera è sparita di nuovo col suo passo leggero ed è tornata dopo un solo minuto con quell'odioso pappagallo di plastica bianca
Mi ha sollevato la coperta e il lenzuolo e mi ha abbassato il pigiama, mi ha sistemato il pappagallo in mezzo alle gambe e poi mi ha preso l'uccello in mano per indirizzarlo nella bocca di plastica.
Come ho sentito il contatto di quella mano calda e morbida il cazzo mi si è gonfiato di colpo come se ci fosse stata una pompa da bicicletta che me lo gonfiava e si è rizzato sull'attenti come un totem.
Per la seconda volta ho abbassato lo sguardo pieno di vergogna e sono avvampato arrossendo.
Piera per la seconda volta invece ha sorriso di gusto
-Ohi, ohi, ohi cosa succede qui...
-Ti chiedo scusa non so cosa mi sta succedendo...
-Come non lo sai...ti è venuto duro tutto qua...
Ha riabbassato la coperta e mi ha detto
-Dai cerca di rilassarti...
Ci ho provato con tutta la mia volontà ma non c'era niente da fare, la coperta all'altezza del mio uccello creava un rigonfiamento molto buffo ma che non tendeva a sparire col passare del tempo
-Non ci riesco Piera, ma mi piscio addosso veramente se non urino...
Piera mi ha guardato fisso negli occhi e mi ha detto...
-Devo liberarti io dalla tua eccitazione...ti faccio venire...e vedrai che il tuo uccello allora si rilasserà e potrai infilarlo nella bocca del pappagallo...
-No, dai, ti prego...ma faresti quello sul serio per me...
-Sinceramente nella mia carriera di infermiera non ho mai fornito questo servizio , ma in te vedo solo un bravo ragazzo per cui non vedo altra scelta...
Senza aggiungere altro ha rialzato la coperta mettendo in bella vista il mio cazzo dritto come un palo, ha preso un piccolo asciugamano e con la mano ha impugnato il mio uccello e ha cominciato a menarmelo
-Piera potrebbe arrivare qualcuno?
-Sono le tre di notte, in reparto ci sono solo altri tre pazienti e se hanno bisogno suonano il campanello, non preoccuparti.
Tranquillizzato da quella notizia mi sono rilassato cercando di godermi quella sega fuori programma. Mentre me lo menava la fissavo, 53 anni li portava divinamente, i lineamenti del viso erano perfetti ma la cosa più attraente in lei era il suo sorriso. Pensavo che me l'avrebbe segato a tutta velocità per farmi venire il più in fretta possibile ma invece la sua mano morbida e leggera me lo menava con una dolcezza fuori del comune, mi dava l'impressione che quella cosa le piacesse, il suo sguardo non si staccava mai dal mio cazzo, e mentre mi guardava la cappella rosso fuoco che entrava e usciva dalla sua mano il suo viso si era infervorato di colpo, ora era lei che era diventata tutta rossa, ma il suo rossore non era di vergogna ma di piena eccitazione; non c'erano dubbi a quella porca piaceva molto sentire il mio uccello in mano e menarmelo.
Ormai sentivo l'orgasmo avvicinarsi, l'ho guardata in viso e le ho detto
-Sto per venire...
Lei mi ha guadato delusa, penso che se avesse potuto me l'avrebbe menato per tutta la notte, ha avvicinato l'asciugamano di tela ma senza accelerare la velocità della mano ha incollato il suo sguardo sulla mia cappella turgida ormai pronta a sborrare.
Mi sono inarcato sentendo una forte fitta di dolore su entrambe le spalle e ho cominciato venire a ripetizione, uno, tre cinque, sette spruzzi di sborra potenti che saltavano come il getto di una fontana e atterravano dentro l'asciugamano che Piera teneva in mano, lei non staccava lo sguardo dal mio uccello che si liberava e a ogni mio getto diceva un...Ohhhhh pieno di meraviglia e di eccitazione.
Mi ha ripulito ben bene l'uccello che ora piano piano si rammolliva per poi mettermelo sulla bocca del pappagallo dicendomi
-Su...prima hai vuotato i coglioni, ora vuota la tua vescica...
Mi ci è voluto qualche minuto ma poi ho cominciato a pisciare e praticamente ho avuto un seconda ondata di piacere sentendo la vescica che pian piano si svuotava.
Ho riempito quel pappagallo per tre quarti, poi Piera l'ha portato via con l'asciugamano inzuppato di sperma ed è tornata dopo cinque minuti con due pillole
-Ora prendi queste due pillole, una è un antidolorifico l'altra è un rilassante che ti farà dormire fino a domattina.
Poi se ne è andata dandomi un affettuoso bacio sulla guancia.
Mi sono svegliato al mattino per il rumore dell'inserviente che faceva le pulizie, l'infermiere mattutino era un omone pelato e con un paio di baffoni, si chiamava Mario... mi ha fatto lui pisciare nel pappagallo, se al contatto della mano di Piera il mio cazzo era salito sulla luna, con Mario mi si è rimpicciolito all'inverosimile.
Mi ha provato la febbre e mi ha detto che a minuti sarebbe arrivato il primario per il controllo...e così è stato...il professore era un uomo oltre la cinquantina, con un paio di occhiali dorati e due baffetti da sparviero...ha guardato le lastre e mi ha detto con tono professionale
-Caro il mio assassino di cinghiali, le abbiamo ricostruito la spalla destra che aveva tre fratture, al momento le abbiamo immobilizzato la sinistra ma dovrebbero esserci lì solo delle forti contusioni, e probabilmente domani cominceremo a liberarle pian piano almeno il braccio fino al gomito...A domani...
Nella tarda mattinata sono arrivati i miei genitori portandomi buone notizie, il cinghiale morto sul ciglio della strada era una prova lampante e la federazione protezione caccia avrebbe pagato tutti i danni dell'auto...meno male...la cosa mi rendeva felice ma il mio pensiero era rivolto solo all'orologio...aspettavo le otto per rivedere Piera!!!
E le otto anche se con lentezza sono arrivate, Piera è subito venuta da me e mi ha sorriso.
L'ho guardata dicendole
-Piera ieri sera è stato fantastico...
Lei con un sorriso materno ma carico di passione mi ha detto
-Vado sistemare gli altri, quando ho finito vengo qui e ti faccio mangiare.
E' arrivata alle dieci quando le luci del corridoio si sono attutite a livello notte...
-Devi mangiare...
-Non ho fame...
-Ti devi sforzare..., ha aperto il vassoio che c'era sul tavolo e ha aggiunto
-Penne al pomodoro e polpetta con purè di patate, ti concedo solo di eliminare la carne perchè queste polpette fanno schifo ma il resto lo devi mangiare, ora vado a riscaldartele nel forno a microonde del mio ambulatorio.
-Se mangio avrò un premio...
-Vedremo...ma sappi che sei tutto anchilosato per i tuoi traumi e molle come un fico per i residui post operatori. Evita di fare lo spaccone...
Ho mangiato, imboccato come un bambinello, ma tra un boccone e l'altro dicevo a Piera
-Poi voglio pisciare ma devi fare come ieri...
-Non avevi vergogna stanotte?
-Non avevo ancora assaporato quello che mi hai poi fatto...Basta mangiare dai...
-Se finisci tutto potrei farti un regalo un po' più bello...
Ho divorato quella montagnola di purè insapore in un baleno...
Piera è andata a sistemare gli altri pazienti per la notte e poi è venuta da me, ha socchiuso la porta della stanza ha preso una sedia e si è seduta vicino al mio letto, ha tirato su la coperta e me l'ha tirato fuori dal pigiama.
Dopo due carezze era già duro come il ferro, lei l'ha osservato quasi come si guarda un'opera d'arte e mi ha detto
-Che bel cazzo che hai, erano parecchi anni che non ne toccavo uno così giovane, Vittorio stasera ti faccio un pompino...e si è subito chinata prendendomi l'uccello in bocca e cominciando a succhiarmelo con una dolcezza splendida, una bocca così calda e così morbida non l'avevo mai sentita.
Piera ci sapeva fare e come....ogni volta che sentivo l'orgasmo arrivare lei si fermava e mi rimandava al punto di partenza per poi ripartire dall'inizio, era a tratti pure una sofferenza ma il piacere di sentirsi quelle labbra che ricominciavano a farti ripartire verso il paradiso era troppo entusiasmante.
Non so quanto è andata avanti, non poco...poi ho visto che si è alzata dalla sedia per poterlo succhiare bene, ho sentito il mio cazzo arrivarle fino in gola e ho cominciato a sentire il letto tremare, all'inizio non capivo cosa stava succedendo ma poi ho capito che era Piera che mentre mi sbocchinava si stava masturbando grattandosi la figa a tutta velocità per tirarsi un ditalino.
Quando ha cominciato a godere mi ha succhiato con più vigore e io le sono venuto in bocca con la stessa copiosità della notte precedente.
La porca ha ingoiato tutto come se la mia sborra fosse nettare prezioso, quando ha staccato la bocca non avevo più nemmeno una goccia dentro le palle.
-Mi sa che ti piace il sapore della mia sborra...
Lei mi ha guardato con una faccia stravolta e mettendomi la sua mano in bocca mi ha detto
-E a te piace il sapore della mia...?
Ho sentito le sue dita entrare quasi con violenza nella mia bocca, erano fradice come se si fosse appena lavata le mani, subito ho cercato di sputarle fuori la mano ma poi invece quel gusto mezzo acre e mezzo dolciastro mi ha preso e ho cominciato a succhiargliele con bramosia.
Mi ha guardato con uno sguardo quasi terrorizzante, ha preso il pappagallo e mi ha fatto pisciare e mentre pisciavo sempre con quello sguardo indecifrabile mi ha detto
-Tu mi stai facendo impazzire... Penso che potrei farne a meno di darti la pastiglietta per dormire...il mio bocchino ti ha spompato...dormirai come un ghiro...
Al mattino seguente mi hanno liberato il braccio sinistro fino al gomito e il professore con un sorriso cordiale mi ha detto
- Domani può cominciare a fare qualche passo e se tutto va bene fra un paio di giorni la manderemo a casa.
Non so se quella notizia mi avesse quasi dato fastidio perchè la storia di sesso con Piera mi stava prendendo e abbandonando l'ospedale temevo potesse finire così come era nata...
Alla sera Piera mi ha fatto fare qualche passo ma dopo il giro della stanza mi sentivo debole e lei ha detto
-Non esageriamo...
L'ho guardata deluso e le ho detto
-E io che speravo di scoparti...
-Guarda bello mio che non sei Superman...
Ha sistemato gli altri pazienti compreso un vecchio che si era rotto il femore e poi al calare della intensità della luce del corridoio è arrivata puntuale nella mia camera.
Mi ha preso il braccio sinistro libero a metà, me l'ha messo sul bordo del letto e mi ha detto
-Riesci farmi un ditalino?
-Penso proprio di si...
-Per stasera accontentati di questo, domani sarà l'ultima notte e studieremo qualcosa di meglio...
Ha sbottonato il camice e si è tolta le mutande mettendole in tasca e così per la prima volta sono riuscito a vederle la figa...era completamente rasata...probabilmente se l'era rapata prima di venire al lavoro.
-Ti piace? In mezzo alle gambe avevo una volpe ma so che le ragazzine che frequenti sono tutte rasate, per cui non volevo choccarti...?
-Ti prego tirati su tutta la maglietta...voglio vederti il seno
Lei ha sbottonato camice e camicetta e io ho potuto ammirare due poppe che adir poco erano uno spettacolo della natura...formose, e ancora molto sode...
-Piera hai un seno che è la fine del mondo......
Lei ha tirato su la coperta, mi ha abbassato il pigiama e ha visto il mio uccello dritto e duro, lasciando il mio cazzo libero alla sua vista mi ha detto
-Cazzo è vero, sei eccitato, allora toccami! Masturbami! Sgrillettami...
Ho allungato per quanto possibile la mano a cercare le grandi labbra, lei si è avvicinata più che poteva al letto e si è spinta dentro indice e medio nel buco, non ero comodissimo ma cercavo di palparglielo meglio che potessi, sentivo la sua figa che pian piano si bagnava e cercavo di masturbarla meglio che potevo, Piera cominciava a godere e mi diceva
-Gratta di più...spingimi le dita dentro più forte...
Cazzo...mi impegnavo al massimo ma sentivo che non riuscivo fare quello che volevo e soprattutto quello che voleva lei...fino a che lei ormai tutta sudata e stravolta mi ha tolto la mano e mi ha detto
-Tira fuori il pollice e mettilo contro la sponda del letto...ho obbedito, lei si è avvicinata alla mano e si è infilata il pollice dentro e poi ha cominciato a fottere il mio ditone che cercavo di tenere il più possibile ritto e teso.
Non era il massimo ma sicuramente la appagava più di prima e ha cominciato ora finalmente a godere e a guardarmi con quello sguardo allucinato con cui la sera prima mi aveva infilato la mano fradicia di umori in bocca
-Dimmi che ti piace sentire la mia figa bagnarsi...
-Si Piera mi piace, mi piace tanto...quanto vorrei mettere il mio cazzo dentro quella passera calda...
Lì si è scatenata, ha cominciato a fottersi il pollice con una carica incredibile, sudava come se stesse scalando una montagna ma voleva raggiungere ormai l'orgasmo a tutti i costi...e l'ha raggiunto...strozzando un urlo selvaggio ha cominciato a impregnare il mio pollice di umori quasi schiumosi che infradiciavano poi tutta la mia mano.
Sentivo le mie dita talmente bagnate che pensavo mi stesse pisciando in mano, ma invece era tutto succo di figa che colava senza ritegno
-Sei un porco, mi fai impazzire, non ragiono più e a quel punto si è presa il cazzo in bocca e ha ripetuto lo splendido pompino della sera precedente.
Quando mi ha rimesso in ordine le ho detto
-Se tutto va bene domani è l'ultima notte che sto qui e costi quel che costi ti voglio scopare...
La conferma l'ebbi infatti al controllo del mattino, il primario mi ha fatto liberare metà dell'avambraccio e mi ha detto
-Domani lasciamo la fasciatura solo della spalla e potrà tornare a casa venendo però ogni quattro giorni per il controllo.
Si, purtroppo era l'ultima notte e io volevo scopare Piera...
Sembrava che quella sera tutto il reparto era contro di me, i campanelli suonavano a raffica...chi voleva un antidolorifico, chi voleva la pastiglia per dormire, chi si lamentava che facesse troppo caldo o troppo freddo.
Solo a mezzanotte Piera è arrivata libera da me...
Era tutta truccata come non l'avevo mai vista, sicuramente era andata dalla pettinatrice... si era fatta bella per me...
-Voglio scoparti Piera voglio scoparti...
-E' troppo pericoloso, sia per te che non sei ancora a posto sia per me; con una sega o un pompino arriva qualcuno all'improvviso e abbasso le lenzuola senza problemi... non voglio perdere il posto...
-Ti prego dai, lo sai che non arriva nessuno di notte e se c'è un ricovero urgente ti chiamano dall'accettazione
-Riesci ad alzarti?
-Certo
-Appoggiati a me
Mi sono appoggiato sulle sue robuste spalle e siamo andati nel suo ufficio ambulatorio, ha socchiuso la porta e mi ha detto
-Spero che io non stia facendo una cazzata.
Io le ho detto
-Piera ti prego fammi vedere la tua figa da vicino, fammela annusare, fammela leccare e poi ti scopo.
A quella mia frase le si è illuminato il viso, mi ha fatto sedere su una sedia davanti alla scrivania, lei si è sbottonata il camice e ha tirato su la maglietta sedendosi poi sul bordo della scrivania a gambe larghe, avevo davanti a me a pochi centimetri quella patacca che mi faceva impazzire, sentivo l'odore di quella montagna di sesso, lei con le mani si è allargata la fessura e mi ha detto
-Se è vero che ti piace tanto, leccamela fino a farmi venire...
Non me lo sono fatto ripetere e ho sprofondato la mia faccia in mezzo a quella vecchia patacca di oltre cinquant'anni ma che per me era il massimo e non aveva paragone con quelle passerotte striminzite e delle mie coetanee che avevo scopato fino a pochi giorni prima.
Questo era sesso, questo era sesso vero.
L'odore della sua figa ha attratto la mia lingua come una calamita e ho cominciato a leccargliela senza freni, Piera ha subito carburato ed è andata subito allo sbando, con le braccia è andata sul lato posteriore della scrivania così che mi ha spalancato completamente la figa davanti alla mia faccia e io ho potuto così continuare a leccarla limitando il dolore alle spalle che quella posizione anomala mi portavano a subire.
Quando era vicina all'orgasmo ha inarcato ulteriormente il bacino e mi ha praticamente schiacciato la faccia contro la passera, in certi frangenti mi sentivo soffocare ma i suoi gemiti e il suo incoraggiarmi erano una spinta a dare tutto il meglio di me stesso.
Mi è venuta in faccia senza ritegno, e ancora una volta l'abbondanza dei suoi umori dava proprio l'impressione che mi stesse pisciando in faccia.
Ho bevuto tutto quel succo afrodisiaco e le ho detto eccitato come non mai
- Voglio infilartelo...
Lei si alzata e mi ha fatto sedere su una specie di barella che era situata in un angolo dello studio contro il muro, ero seduto e lei mi è venuta vicino, mi ha abbassato il pigiama e il mio cazzo si è librato libero in cielo, si è avvicinata alla barella, me lo ha preso in mano e se lo è avvicinato alla figa ancora fradicia dei suoi umori, poi ha avvicinato la mia cappella al suo buco e ha cominciato a sfregare il mio cazzo sulla sua patacca e sulla sua clitoride, praticamente si stava facendo un ditalino con il mio uccello.
Non era quello che volevo ma era lo stesso molto eccitante, vedevo il mio cazzo sparire in mezzo a quell'angolo di paradiso inesplorato per poi ricomparire e sentirlo tutto bagnato di umori; Piera a volte lo spingeva dentro di se ma riusciva al massimo darmi 4 o 5 colpi per poi continuare a sfregarselo sulla sua intimità.
Quando le ho detto
-Sto per venire...lei lo ha avvicinato al buco e me lo ha spinto dentro la sua fessura...il vedere il cazzo sparire là dentro, il sentire il calore della sua figa eccitata e il sentire il suo invito che mi diceva
-Dai...dai...sborrami dentro... hanno tirato fuori da me il più grande orgasmo della mia vita.
Ho visto l'uccello che scaricava getti continui di sperma bianco e denso che inzaccherava quella passera infoiata della porno infermiera.
Siamo stati una decina di minuti li a vedere le mie ultime gocce che fuoriuscivano dal cazzo e si allargavano sulle sue grandi labbra.
Lei si è poi allontanata a cercare un asciugamano e mi ha ripulito bene bene poi si è riabbottonata il camice al che io le ho detto
-Ma tu non ti pulisci?
-No, voglio sentire l'odore e il tepore della tua sborra per tutta la notte, ma tranquillo sono in menopausa...
Mentre mi accompagnava nella mia stanza le ho detto
-Voglio rivederti quando esco
-Ma figurati se fuori di qui un giovanottone bello come te viene ancora cercare una nonna.
-Te lo prometto Piera, io con te godo come non ho mai goduto e poi voglio guarire bene e scoparti nel vero senso della parola.
Mi ha messo a letto e poi portandomi l'antidolorifico notturno mi ha dato un biglietto e mi ha detto
-Questo è il numero del mio cellulare se non cambi idea cercami.
Sono passati otto mesi da quella esperienza, in questo periodo ho aperto due relazioni con mie coetanee : una finita in fretta e una che dura da quattro mesi, ma ciò non mi impedisce che quasi tutti i mercoledi io vado a casa di Piera e facciamo sesso frenato, finalmente la posso scopare nel migliore dei modi ma ciò non toglie che ogni tanto amo vederla che si masturba col mio uccello e con il mio brodo le allago quella patacca adorabile.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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